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Docente

Francesco
Marchina

“Io recito quando non sono sul set”. Tony Sperandeo

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Biografia

Francesco Marchina nasce a Brescia nel 1979. I primi contatti con il palcoscenico avvengono nei villaggi turistici, in cui lavora come animatore e cabarettista negli show per la compagnia Venta club, con la quale ha avuto diverse esperienze all’estero, tra cui Malta, Egitto, Tunisia, Grecia, Marocco e Spagna. Negli anni ha partecipato a eventi in molti locali come imitatore, la sua dote migliore è da sempre la comunicazione e la capacità di empatizzare con le persone.

 Nel 2014, per la prima volta, si avvicina al mondo della recitazione grazie a un ruolo di protagonista in un cortometraggio per la regia di Paolo Beneventi dal titolo “Angelo e Angelo”. 

Nello stesso anno inizia un corso di formazione di recitazione cinematografica e teatrale presso il teatro IDRA di Brescia, dove ha modo di sperimentare il palcoscenico in vari spettacoli organizzati dalla regione. Oltre a questo inizia come studente un percorso di “Acting Coaching”, il cui maestro è il regista Alfonso Bergamo (Il ragazzo della giudecca – con Giancarlo Giannini, Franco Nero, Toni Sperandeo, Luigi Diberti), un sodalizio che darà vita poi a diversi lavori insieme. Un percorso che tutt’ora prosegue, partito con l’apprendimento del metodo Chubbuk – Stanislasky, con attività quotidiane di introspezione, training, micromimica facciale. Studia mnemonicamente e interpretativamente molti monologhi: American beauty, Vi present Joe Black, La 25ma ora, Ogni maledetta domenica, Apocalypse now, 900, La leggenda del pianista sull’oceano, Will Hunting Genio Ribelle, Trainspotting, Radiofreccia, L’avvocato del diavolo, Lincoln, Il ritratto di Dorian Gray, The big kahuna, Arancia meccanica, Rocky, Green book, Il diavolo veste prada. 

Successivamente inizia un percorso di apprendimento della lingua inglese, di scrittura di soggetto e sceneggiatura, e di dizione approfondita con la maestra Elena Romagnoli.

Partecipa ad una masterclass presso L’accademia di Arte Drammatica Cassiopea di Roma, con Randal Paul, attore americano (Eyes Wide Shut- Stanley Kubrick).

Nel 2016 frequenta Accademia Artisti di Milano e apprende tecniche recitative con grandi maestri del cinema e della televisione italiana come Pupi Avati, Corrado Tedeschi, Claudio Moneta, Alessandro Capone.

Viene chiamato a Roma dal Regista Alfonso Bergamo per partecipare al set di “I remember when that happened”, un cortometraggio apocalittico con Randall Paul, Tony Sperandeo, Craig Peritz.

Nel 2017 ottiene un ruolo da attore e voce fuori campo in un pilot di un progetto NETFLIX, una serie tv – Radical Chic

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Programma Didattico

Programma Didattico

Scopo delle lezioni è quello di insegnare agli allievi ad essere veri di fronte alla macchina da presa, e quindi, fornire tutte le informazioni e insegnamenti possibili per poter eseguire performance autentiche, fatte di emozioni vere. Riuscire a capire che recitare non significa fingere, ma bensì, raccontare attraverso un personaggio chi siamo.

La recitazione cinematografica richiede verità, e per farlo, l’attore deve conoscere sé stesso, se vuole emozionare le persone deve emozionare per primo sé stesso.

I punti trattati saranno i seguenti:

  1. Chi è l’attore: la sua comunicazione, la sua disponibilità alla macchina da presa, gli strumenti;
  2. L’autenticità: cosa significa, come ottenerla, l’utilizzo degli occhi, l’accettazione del proprio corpo, introspezione e utilizzo dei sensi per i ricordi e immagini del passato, impulsi
  3. Il personaggio: analisi completa, reference, feedback, il suo obiettivo, lavoro di empatizzazione;
  4. Le battute: analisi, comprensione del testo, la singola battuta, le pause, la respirazione, la memorizzazione;
  5. Il piano d’ascolto: il suo compito, la tecnica di ascolto, l’infondere energia e stimoli al partner, la recitazione senza parlare;
  6. Il set e i piani cinematografici: l’organizzazione del set e i suoi reparti, inquadrature, ottimizzazione delle energie sul set;
  7. Il monologo: preparazione del monologo, analisi testo, personaggio, emozioni, espressioni, memorizzazione, reinterpretazione personale per empatizzazione del testo e del significato;
  8. Il dialogo: analisi genere, testo personaggio, il partner, l’ascolto, la reazione, l’attesa della battuta, memorizzazione testi, interpretazione autentica, utilizzo dell’ oggetto scenografico, la rigidità muscolare.

Gli allievi dovranno nel primo incontro prestare estrema attenzione, al percorso che porta dal “SIGNIFICATO DI ATTORE” al saper “SCEGLIERE LE PROPRIE EMOZIONI”, sarà un percorso in cui la classe arriverà insieme ai concetti e allo sviluppo del metodo, attraverso l’interazione, esempi sul palco, continui riferimenti ad attori, aneddoti del cinema e ad insegnamenti avuti da grandi maestri. Si andrà a cercare di capire come raccontare la propria vita in maniera autentica davanti alla macchina da presa, utilizzando le parole di un testo, per rendere l’interpretazione unica e come utilizzare gli strumenti del proprio vissuto, e incollarli a dei testi, battute e copioni. Si affronterà la formula sottrattiva nella quale l’attore deve togliere e non aggiungere. Si cercherà di imparare ad ascoltare, perché è una dote fondamentale, a ricevere e a dare emozioni, a non pensare alla battuta da dire ma ad ascoltare le nostre emozioni. Si lavorerà sui testi col fine di capirli e di reinterpretarli con parole proprie. Verranno “allenati” i sensi per ricordare cose della vita passata e impareremo a capire qual è l’oggetto di un’ immagine dentro di noi che dà vita a un’emozione.

Si analizzerà un monologo paragonandolo ad una “montagna” in cui portare lo spettatore per mano in un percorso autentico emozionante e riflessivo nel quale possa rivedersi. Si imparerà a non giudicare il personaggio ma ad avvicinarsi a lui attraverso le cose che possono accomunarlo con l’attore. Si lavorerà sull’’utilizzo degli occhi, imparando a raccontare un testo anche senza bisogno di parlare. Verranno applicate tecniche di memorizzazione il testo.

Si imparerà a dialogare con il partner analizzando gli impulsi, la spontaneità e il respiro, unito alla gestione del proprio corpo.

Si imparerà l’importanza in un dialogo dei tempi e a rispettarli. Verranno effettuati esercizi di training per empatizzare con il partner.

Gli allievi avranno modo di interpretare monologhi e dialoghi, in modo costruttivo perché attraverso i dettagli e le piccole correzioni poi si riesce a trovare una chiave che può fare la differenza anche per il futuro.

Imparare ad essere veri, ad accettarci, perché la macchina da presa non vuole che le mentiamo, vuole noi. Riuscire a fornire tutte le informazioni e insegnamenti possibili agli allievi per poter eseguire performance autentiche, fatte di emozioni vere. Riuscire a capire che recitare non significa fingere ma raccontare attraverso un personaggio chi siamo, essere unici, perché l’attore è colui che ha sempre cose da raccontare, ma spesso non è facile e deve avere il coraggio di scendere in profondità per essere davvero sé stesso davanti alla macchina da presa.

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